"Dipthycha"
Progetto poetico di dittici e trittici a mia cura
Era il ventisei marzo
2013 quando ho dato lʼavvio al progetto di un volume antologico dal titolo Dipthycha, di particolari dittici
poetici, da me definiti “a due voci”[1],
per distinguerli dal dittico poetico propriamente detto e scritto da uno stesso
autore.
L’intento di questo non
solito progetto antologico, da me ideato e curato, che vede anche la mia
presenza come autore, insieme ad altri, non è quello di scendere in un agone
poetico né in una gara; piuttosto è quello dell’amore per la poesia nei suoi
diversi stili e modi di esprimersi ovvero la voce della poesia che va oltre la
voce del singolo poeta, l’empatia poetica, il tentare di dare una risposta
ovvero un ideale continuum alla
poesia che precede, senza mai cercare di imitarsi a vicenda e rimanendo sempre
fedeli al proprio modo di fare poesia per non avere come risultato qualcosa di
simile a una poesia a quattro mani[2]. In pratica, non è la
poesia che si adegua al dittico a due voci piuttosto il contrario, ragion per
cui non sono poche le coppie di poesie dal tema comune non proponibili come
dittici a due voci.
“Dipthycha”
è anche il titolo del progetto, che ho ricavato dallʼoriginale termine latino diptycha
(-orum), con contaminazione in chiave moderna e riadattamento del dittico -
la tavoletta cerata in uso presso gli antichi Romani per scrivervi
con lo stilo - in chiave poetica. Infatti, nel libro, in ogni volume del
progetto, la prima poesia di un dittico va posta sempre nella pagina di
sinistra, appunto per realizzare una rivisitazione poetica dell’antico dittico.
Come sottotitolo per il
primo volume ho scelto «Anche questo
foglio di vetro impazzito, c’ispira...» parafrasando i versi finali di una
poesia che scrissi nel 2010, “Telepresenza”,
ispiratrice del primo dittico poetico intercorso con la poetessa Silvia
Calzolari, era il nove maggio 2010. L’idea di questi dittici è nata su internet
e davanti a un PC, attraverso e partendo da quel “foglio di vetro impazzito”.
Sì, è lʼaffinità elettiva poetica, la telepresenza attraverso un
PC, la “corrispondenza dʼamorosi sensi”, riprendendo la celebre
espressione foscoliana, la quale poi cito in “Telepresenza”, in dittico a due
voci con “Vita parallela” di Silvia Calzolari e che costituisce il manifesto
poetico di tutto il progetto; non a caso ogni volume è aperto da questo
dittico, “corrispondenza dʼumano sentire” per il tramite di un computer,
“quel foglio di vetro impazzito”, che sempre e comunque “cʼispira”.
È questa corrispondenza il motore, il fulcro di questi particolari dittici, tra
le diverse voci di due poeti, i quali non cercano di imitarsi a vicenda, ma rimangono
fedeli, ognuno al proprio modo di poetare. Ciononostante, il
tema comune alle due poesie (punto di partenza per l’individuazione di un
possibile dittico), unito alla corrispondenza sonora o emozionale, di
significanza, come se le due liriche volessero instaurare una sorta di dialogo
o, empaticamente, continuare in qualche modo il poetare della poesia divenuta
“compagna”, fanno sì che si instauri una “dittica”
corrispondenza/comunicazione, anche se in toni diversi, anche se in tempi
diversi, dando così vita a un dittico a due voci.[3]
Il primo volume[4] è stato pubblicato il dieci
settembre 2013 con Photocity Edizioni e così si è espressa Cinzia Tianetti
nella prefazione:
Il realizzato progetto antologico si compone di ventuno dittici,
quadri in cui si profilano sullo scenario di un tema comune due poesie che si
riscontrano in uno sposalizio che, nella loro pur sempre autonoma originalità,
li rende rispondenti. È un’intuizione quella dell’ideatore fortemente moderna
ma alla luce di un percorso formativo che da sempre partorisce l’artista nella
storia, che non può allontanarlo da quel che è un processo che ha il senso
radicato della filiazione.[5]
Il ventidue luglio 2014
avviavo il progetto di un secondo volume, a cui si aggiungeva la collaborazione
del critico letterario e poeta Luciano Domenighini il quale redigeva le note
critiche su ventinove dei trentatré dittici a due voci presenti.
Così scrivo in un aforisma
del 2014, che riporterò in esergo al volume: «Qual è lo spirito di un
dittico poetico? Perché creare un dittico poetico a due voci? Per trovare
corrispondenze di significanti nei versi di due poesie di due poeti, accomunate
dal tema simile, per trovare affinità elettive nella loro poesia, oltre le
distanze e il tempo; quando ciò accade, si riesce ad ascoltare la voce della
poesia che, va oltre la voce del singolo poeta, ed è stupore e meraviglia.»
[P]regevoli ricami sono tutti gli accostamenti che Marcuccio
riesce a costruire poesia dopo poesia, da Silvia Calzolari, con omaggio
indelebile a Giacomo Leopardi, diversi per stile ma accomunati dall’eco di
Recanati, a […] Ciro Imperato, nel vigoroso impeto civile, a Grazia
Finocchiaro, nelle segrete emozioni della memoria, a Rosalba Di Vona,
vivificante nel tratto intimistico, […] ad Aldo Occhipinti, dalla suggestiva
strofa cosmica, a Maria Rita Massetti, dall’ampio respiro corale, a [...]
Grazia Tagliente, negli occasionali frammenti di rime e nella ricca sequenza di
metafore, [ad] Anna Alessandrino, fra il tempo inteso come sequenza e il sogno
come elemento verginale, a Lorenzo Spurio, con la sua imprevedibile incisione
musicale. [...] Febbrile e singolare modernità di accostamenti, offerta dalla
capacità immaginativa del palermitano, poeta dal multiforme profilo e dalla
instancabile volontà di sperimentazione.[6]
Questo secondo volume[7] usciva il sette gennaio
2015 con TraccePerLameta Edizioni e nel maggio dello stesso anno ne avviavo il
progetto di un terzo. Quaranta i dittici a due voci (alcuni proposti anche da
altri autori partecipanti in “Altre
dittiche corrispondenze”) e tre ne chiudevano il Dipthycha 3: il
poeta e critico letterario Aldo Occhipinti ne proponeva uno con lʼeclettico
Gabriele dʼAnnunzio e un altro con il profondissimo Eugenio Montale mentre il
sottoscritto ne proponeva uno alla poetessa e critico letterario Lucia Bonanni,
con il funambolico Aldo Palazzeschi.
Scrivo ancora in un aforisma
del 2015, che riporterò in esergo al volume: «In un dittico a due voci il poeta
si apre al prossimo, anch’egli poeta, scegliendo che ai suoi versi facciano eco
quelli di un altro poeta che trova in qualche modo affine, in cui individua
corrispondenze sonore o emozionali, affinità elettive, corrispondenze di
significanti.»
Nel marzo del 2016 mentre
ero di ritorno da Milano, il poeta e critico letterario Lorenzo Spurio mi
inviava in lettura un suo saggio breve sull’intero progetto “Dipthycha”: Risonanze empatiche: l’esperienza del
“dittico poetico” di Emanuele Marcuccio, un saggio che sceglierò come
postfazione per Dipthycha 3. Ivi così
si è espresso il critico:
Nessun dittico contenuto nei tre volumi è il frutto di una
decisione preventiva, vale a dire nessun dittico è nato in maniera forzosa e
richiesta, per i poeti, di elaborare una poesia che presentasse un determinato
tema. È stato Marcuccio, ed è questo uno dei punti di forza del lavoro,
leggendo poesie degli autori in rete, in sillogi personali, in antologie, a
scovare di volta in volta possibili analogie, comunanze, parallelismi, elementi
di rimando, concetti affini, punti rimarchevoli di contatto da permettere un
accostamento di liriche di autori diversi.
Nessun poeta in dittico, infatti, ha mai scelto l’autore con il
quale avrebbe costruito il dittico poetico né a partire da una sua poesia alla
quale, magari, era molto legato, ha intimato un altro poeta a scrivere qualcosa
di simile. Il tutto, infatti, la scelta sapientissima ed oculata, la
costruzione del dittico dopo un’analisi attenta delle componenti delle liriche
e il loro potere evocativo, è stato compito di Marcuccio. Curatore che, proprio
come un incantato pigmalione, è andato a scavare le trame più dense dei vari
componimenti lirici, sezionandoli, assaporandoli, vivificandoli con l’ampiezza
della sua capacità, completamente originale ed invidiabile, di saperli
rapportare ad un altro.
L’operazione svolta da Marcuccio, democratica e ampia, si
inserisce in un procedimento letterario assai onesto e del quale è doveroso
parlare dove la poesia cessa di essere manifestazione dell’animo del singolo,
rappresentazione -sdolcinata o meno- di un vissuto personale, per interagire in
maniera vibrante con altre poesie, costituendo un dialogico ricco e foriero di
nuove essenze. La poesia da personale diventa fatto collettivo: gli autori in
dittico sembrano quasi tenersi leggiadramente per mano, scanzonati, ed avanzare
su un prato in maniera spensierata per poi unirsi agli altri in un girotondo,
che poi è il girotondo dellʼAnima.[8]
Questo terzo volume[9] usciva alla fine di aprile
dello stesso anno con PoetiKanten Edizioni e al maggio successivo avviavo il
progetto di un quarto volume.
Progetto (ideazione e cura): Emanuele Marcuccio
Introduzione: Emanuele Marcuccio
Prefazione I Vol: Cinzia Tianetti
Prefazione II Vol. e note critiche: Luciano Domenighini
Prefazione III Vol: Michele Miano
Postfazione I Vol: Alessio Patti
Postfazione II Vol: Antonio Spagnuolo
Postfazione III Vol: Lorenzo Spurio (saggio)
Co-curatori I Vol: Gioia Lomasti e Francesco Arena
I trentadue autori presenti
nei rispettivi tre Volumi sono: Emanuele Marcuccio (presente in ogni volume), Silvia
Calzolari (c.s.), Donatella Calzari, Giorgia Catalano (c.s.), Maria Rita
Massetti (c.s.), Raffaella Amoruso, Monica Fantaci, Rosa Cassese, Rosalba Di
Vona (c.s.), Lorenzo Spurio (c.s.), Giovanna Nives Sinigaglia, Michela Tarquini,
Francesco Arena, Ilaria Celestini, Ciro Imperato, Grazia Finocchiaro, Aldo
Occhipinti, Marzia Carocci, Giusy Tolomeo, Grazia Tagliente, Daniela Ferraro, Antonino
Natale, Anna Alessandrino, Teocleziano Degli Ugonotti, Antonella Monti, Luigi
Pio Carmina, Lucia Bonanni, Maria Chiarello, Francesco Paolo Catanzaro, Maria
Palumbo, Francesca Luzzio, Giorgio Milanese.
Così scrivo in un aforisma
del novembre 2016, che ho scelto come esergo al quarto volume, come possibile suggerimento
per l’individuazione di un dittico a due voci: «Il tema comune alle due
poesie dei due autori è solo il punto di partenza per l’individuazione di un
dittico a due voci; è necessario che ci sia anche una corrispondenza sonora o
emozionale e/o di significanza, una sorta di corrispondenza empatica, una
analogia, una poetica affinità elettiva (una “dittica”
corrispondenza/comunicazione) e soprattutto i due autori del dittico a due voci
devono attenersi ai rispettivi modi di fare poesia, senza cercare di imitarsi a
vicenda, per non avere come risultato qualcosa di simile a una poesia a quattro
mani. Il fine non è l’imitazione dell’altra poesia per cui si voglia
individuare il dittico bensì l’affinità elettiva, l’analogia, l’empatia
poetica.»
Immagine di copertina scelta per il Dipthycha
4:
Henriette Browne (1829-1901), «Ragazza che scrive»
(1860-1880),
opera in pubblico dominio, conservata al
Victoria and Albert Museum di Londra.
Come naturale evoluzione del
dittico a due voci, nell’agosto 2016 nasceva il trittico “a tre voci”, anche su
suggerimento degli scrittori Lorenzo Spurio e Luigi Pio Carmina. Tuttavia, in
futuro non è mia intenzione individuare, proporre polittici “a più voci”, in
quanto, con la triade (tesi-antitesi-sintesi) si realizza la perfetta “trittica”
corrispondenza, non è necessario andare oltre, si creerebbe solo dispersione.
Come per il dittico, anche per il trittico a tre voci, la prima poesia va posta
nella pagina di sinistra, questa volta per realizzare una rivisitazione poetica
del trittico artistico.
Con
ben centocinquantaquattro poesie ad ottobre 2017 si è chiusa la raccolta di
materiale per «Dipthycha 4. Corrispondenze sonore, emozionali, empatiche...
si intessono su quel foglio di vetro impazzito...», quarto volume del progetto poetico-antologico: cinquantatré i
dittici a due voci[10],
di cui dieci (ciascuno introdotto da un saggio breve del critico Lucia Bonanni)[11]
con autore classico, anche di lingua straniera e con testo a fronte in lingua
originale, e sedici i trittici a tre voci.
Il
volume conterrà poesie di: Emanuele Marcuccio, Silvia Calzolari, Lucia Bonanni,
Francesca Luzzio, Daniela Ferraro, Valentina Meloni, Ciro Imperato, Luciano
Domenighini, Giorgia Catalano, Grazia Tagliente, Igino Angeletti, Lorenzo
Spurio, Anna Alessandrino, Maria Chiarello, Rosa Chiarello, Anna De Filpo,
Antonella Coletti, Pasqualina Di Blasio, Giorgia Spurio, Felice Serino, Carla
Maria Casula, Maria Rita Massetti, Maria Palumbo, Mario Rigli, Giorgia
Golfetto, Giusi Contrafatto, Anna Scarpetta, Francesco Paolo Catanzaro, Emilia
Otello, Salvatore Bellisario, Massimo Della Penna. Dittici con poeti che hanno
fatto la storia della letteratura dall’Ottocento a oggi: Giacomo Leopardi, Giovanni
Pascoli, Dino Campana, Antonia Pozzi, Nelo Risi e, con testo a fronte in lingua
originale, Rainer Maria Rilke, Pablo Neruda, Wisława Szymborska. Vedrà la
presenza di trittici a tre voci con poesie di: Emanuele Marcuccio, Lucia
Bonanni, Maria Palumbo, Lorenzo Spurio, Francesca Luzzio, Daniela Ferraro,
Igino Angeletti, Giusi Contrafatto, Anna Scarpetta, Francesco Paolo Catanzaro,
Luciano Domenighini, Emilia Otello, Salvatore Bellisario, Massimo Della Penna.
Come
immagine di copertina, ho scelto quella che riproduce un’opera pittorica della
francese Henriette Browne (1829 - 1901), «Ragazza che scrive» (1860 -
1880), conservata al Victoria and Albert Museum di Londra. In questa immagine, a mio avviso, è
rilevabile una certa continuità con quelle dei tre volumi precedenti,
soprattutto il secondo e il terzo; vi si può leggere una scriba romantica e
tanta meraviglia: l’ambiente esterno è povero ma intorno si percepisce tanta
cultura e tanta meraviglia nello sguardo della giovane ragazza. La stessa può
essere interpretata anche come una allegoria dell’intero progetto “Dipthycha”.
D’accordo
con gli autori, il ricavo vendite dei precedenti tre volumi è devoluto ad AISM
- Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Per questo prossimo quarto volume è
giusto invece che il pensiero vada ai nostri connazionali del centro Italia,
colpiti dal terremoto.
Emanuele
Marcuccio
(Aggiornato al 2 marzo 2018)
Ai link di seguito è
possibile leggere qualcuno dei tanti dittici a due voci e anche uno dei
trittici a tre voci.
Dittico Luzzio-Marcuccio (con trad. in dialetto
aquilano di Lucia Bonanni)
Dʼaccordo con tutti gli autori presenti, lʼintero ricavato delle
vendite dei tre volumi è devoluto a scopo benefico. Per i tre volumi finora editi
si è scelto AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
Questi i link attraverso i quali è possibile effettuare
lʼacquisto.
© Dipthycha 3, PoetiKanten Edizioni, 2016
ISBN: 9788899325374.
© Dipthycha 2, TraccePerLaMeta Edizioni, 2015
ISBN: 9788898643257.
© Dipthycha, Photocity Edizioni, 2013
ISBN: 9788866824749.
[1] Una composizione di
due poesie scritte da due diversi autori, indipendentemente, anche in tempi
diversi, e accomunate dal medesimo tema in una sorta di corrispondenza empatica.
[2] Il progetto nasce
anche come risposta alla pratica della poesia a quattro mani che non reputo
poesia bensì solo un gioco poetico; nasce anche come risposta al cliché
letterario riguardante la solitudine del poeta.
[3] Emanuele Marcuccio (a cura di), in
Introduzione a AA.VV., Dipthycha 3.
Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro impazzito..., PoetiKanten,
Sesto Fiorentino, 2016, p. 7.
[4] AA.VV., Dipthycha. Anche questo foglio di vetro
impazzito, c’ispira..., a cura di Emanuele Marcuccio, Prefazione di Cinzia
Tianetti, Postfazione di Alessio Patti, Photocity, Pozzuoli, 2013, pp. XII, 90,
ISBN: 978-88-6682-474-9.
[5] Cinzia Tianetti (a cura di), in Prefazione a Op. cit., p. VII.
[6] Antonio Spagnuolo, in Postfazione a
AA.VV., Dipthycha 2. Questo foglio di
vetro impazzito, sempre, c’ispira..., TraccePerLaMeta, Sesto Calende, 2015,
pp. 145-146.
[7] AA.VV., Dipthycha 2. Questo foglio di vetro impazzito, sempre, c’ispira..., a cura di Emanuele
Marcuccio, Prefazione e note critiche di Luciano Domenighini, Postfazione di
Antonio Spagnuolo, TraccePerLaMeta, Sesto Calende, 2015, pp. 184, ISBN:
978-88-98643-25-7.
[8] Lorenzo Spurio (a cura di), in Postfazione a AA.VV., Dipthycha
3. Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro impazzito...,
PoetiKanten, 2016, pp. 138-139.
[9]
AA.VV., Dipthycha 3. Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro
impazzito..., a cura di Emanuele Marcuccio, Prefazione di Michele Miano,
con un saggio di Postfazione di Lorenzo Spurio, PoetiKanten, Sesto Fiorentino,
2016, pp. 180, ISBN: 978-88-99325-37-4.
[10] Tra i tanti se ne
potrà leggere anche uno seguito dalla traduzione in dialetto aquilano, curata
dalla poetessa Lucia Bonanni.
[11] Tranne uno, quello
con Antonia Pozzi, proposto e introdotto da Lorenzo Spurio.
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