Hanno scritto su di me,
tra gli altri: Luciano Domenighini (critico letterario, poeta) [Per una
strada] «[U]na versificazione originale, con vaghe reminiscenze
leopardiane, ma sostanzialmente libera e spontanea, sostenuta da una musicalità
sicura, avulsa da urgenze metriche, eppure talora realizzata in strutture
metrico - retoriche complesse e raffinate. [...] È singolare notare come le
migliori di queste composizioni abbiano in realtà un’articolata e talora
complessa struttura metrico-retorica, toccando punte ragguardevoli di
originalità e raffinatezza. Questi risultati formali tuttavia non tradiscono la
fatica e l'artificiosità spesso frutto di lunghe elaborazioni, ma appaiono
provenire direttamente e chiaramente, senza mediazioni, dai momenti della più
felice ispirazione. [...] Nella pressoché assoluta libertà di impiego di moduli
stilistici e soluzioni lessicali, nel lasciarsi guidare dall'ispirazione e
dallo spontaneo sgorgare della parola poetica; nel tendere l'orecchio insomma
alla musicalità del verso come spontaneamente gli proviene dal cuore e dalla
mente, e nel saperla tradurre in versi limpidi e carichi di emozione, sta la
caratteristica principale di questo poeta, per conoscere il quale la raccolta
"Per una strada", opera prima, pur nella sua varietà stilistica e
nella inevitabile impronta esperitiva, rappresenta una fonte preziosa ed
esauriente»[1]; [Dipthycha] «L’idea di Emanuele Marcuccio, in Dipthycha, di convocare e
adunare dodici poeti che lo accompagnino in ventuno dittici di liriche a tema,
senza porre loro condizionamenti ma lasciandoli totalmente liberi di
esprimersi, è originale, stimolante, e ha il potere di infrangere in qualche
modo l’involucro di solitudine che imprigiona ogni singolo artista e di farlo
partecipe di un’esperienza condivisa in una inedita, corale, festosa esperienza
letteraria»; Alessandro
D’Angelo (critico
letterario, critico d'arte, poeta, scrittore) [Per una strada] «[S]in dai primi versi della poesia di Emanuele Marcuccio emerge, come un sole
all’alba, la sua profondità di pensiero, nascosta dietro un brillante poetare.
L’essenza del suo messaggio si nasconde fra i meandri delle veloci comparizioni
di pensieri espressi e taciuti, ora rimasti nascosti, ora rivelati attraverso
l’espressione di sentimenti esplosivi come la luce creata dalle stelle in una
limpida notte d’estate.»; [Dipthycha] «Dall’opera Dipthycha si percepisce, come al di là del
soggettivo e dell’oggettivo, esiste l’Essere come cosa “Una” ed “Eterna” che,
in continuo divenire, permette ad alcune persone di esprimere una precisa e consona
realtà adatta allo stato sociale di quel preciso periodo storico. Con il suo
poetare, l’artista ci insegna a riconoscere quella parte della realtà che
altrimenti rimarrebbe ottenebrata e piena di ombre e di ambiguità»; Tommaso Mazzoni (compositore, poeta, scrittore,
linguista) [Per una strada] «In un primo approccio [...] si “avverte”
solamente lo stormire dell’avanzare di un temporale, e non si percepisce
appieno, ed immediatamente, la tempesta che, specie in talune liriche, si farà
invece poi riconoscere; eccome. Dalla culla dell’italica poesia,
d'altronde dovevo supporre un qualcosa di così intenso. Talvolta, sotto la
parvenza dell’essenzialità, scaturiscono tesori preziosi. [U]n alcunché di
erompente dall'inconscio giammai da un calcolato puzzle di versi dal rinfuso
rincorrersi di frasi staccate alla bene e meglio con "a capo"
improbabili. Al contrario, nella poesia del Marcuccio ogni cosa sta al posto
giusto, vorrei dire quasi naturalmente; od almeno con sapiente sebbene non
studiata naturalità. Naturalità, in ogni evenienza, che nulla toglie - semmai
aggiunge - al valore primigenio dettato da autentica ispirazione»; Santina Russo (poetessa, docente di lingua e
letteratura italiana) [Per una strada] «Uno stile delicato e
semplice ma non immediato: è necessario leggere più volte le poesie di Emanuele
Marcuccio per accorgersi che ogni volta si coglie in esse un messaggio diverso,
probabilmente perché non ha voluto trasmettere le proprie idee al lettore ma
proporgli spunti attraverso i quali percorrere nuovi orizzonti filosofici e
letterari. Le pagine scorrono una dopo l'altra fluidamente, come fluido è
il pensiero dell'autore che si snoda in versi liberi segnati da una sempre
accentuata musicalità che conferisce eleganza e dolcezza a ciascuna poesia. La
scelta del verso libero, dettata dal desiderio di lasciare che i pensieri
scorrano nei versi liberamente, senza sottostare a rigide strutture metriche
che potrebbero ingabbiare la creatività artistica»
[Pensieri
minimi e massime] «L’aforisma di Marcuccio ha una caratteristica che
lo contraddistingue dagli altri: lo definirei un aforisma poetico e non solo
perché in molti di essi il concetto essenziale è la poesia, ma anche e
soprattutto per la forma elegante, melodiosa di esprimere un pensiero
contornandolo di lirismo. [G]li scritti di Marcuccio sono sempre propensi
verso la classica melodiosità del verso lirico, siano essi poesie o pensieri in
prosa»; [Dipthycha] «Attorno ad Emanuele Marcuccio, autore di
innumerevoli poesie pubblicate sia in raccolte personali che in antologie di
autori vari, si riuniscono altri illustri poeti, provenienti da ogni parte
d’Italia, per un confronto poetico e umano che esula le distanze, sfruttando la
tecnologia che ci permette di accorciarle al punto da ritrovarsi tutti insieme
sulla stessa pagina, seppur a centinaia o migliaia di chilometri di distanza.
[...] “Dipthycha” racchiude un messaggio molto profondo, rivolto
simultaneamente sia agli antichi Greci che a tutti i lettori e poeti
contemporanei, ed è il sottotitolo che il curatore ha scelto: “Anche questo
foglio di vetro impazzito, c’ispira...”. È un messaggio rivolto ai Greci per
dire “Cambiano le condizioni, ma non la Poesia” ed è un messaggio per i
contemporanei e per i posteri “Nulla potrà mai fermare la Poesia”. Ad avvalorare
l’idea dell’universalità e dell’utilità della poesia ai fini di un solidale
sviluppo dell’umanità, si ricorda che il ricavato delle vendite di questa
raccolta sarà interamente devoluto in beneficenza: un motivo in più per dire
che la Poesia è di tutti ed è per tutti»; [Anima di Poesia] «La
poesia di Marcuccio si rivolge ad un pubblico vasto di lettori, non si tratta
certamente di una poesia di nicchia, impenetrabile e oscura, ma è una poesia
che sboccia e si apre al lettore, che vuole esprimere sentimenti semplici e
comuni attraverso il linguaggio allusivo ed ellittico della sintesi lirica.
[...] Le liriche sono dense di figure retoriche, le parole sono spesso cariche
di significati alternativi (un esempio è l’uso etimologico di “traguardo”, nel
senso di “guardare oltre”); infine, meritano particolare attenzione le ultime
liriche, per le quali il poeta dichiara di volersi avviare “verso la ricerca di
una maggiore sintesi ed essenzialità”, abbandonando l’uso della punteggiatura e
l’uso dell’iniziale maiuscola dell’incipit, a creare un rapporto di
indissolubile parallelismo tra tutti i versi, un tutt’uno tra di loro»; [Dipthycha
2] «È doveroso, innanzitutto, precisare con quale accezione il poeta
Marcuccio utilizza il termine “dittico”: il dittico, esistente già nella
tradizione letteraria come una coppia di composizioni poetiche dello stesso
autore sul medesimo tema, nel progetto di Marcuccio si evolve e si apre al
prossimo. Il dittico poetico ideato da Emanuele Marcuccio è costituito da due
liriche di due diversi autori su una tematica comune, “in una sorta di
corrispondenza empatica”. I poeti affrontano lo stesso tema con stili e linguaggi
diversi, operano in contesti spesso assai distanti ma i frutti della propria
creatività artistica riescono ad esprimere empaticamente la medesima
ispirazione. [...] La poesia è un bene comune e l’appello che il poeta
Marcuccio rivolge agli artisti è proprio quello di trovare le “affinità
elettive” nei versi di altri poeti, di provare a creare dittici a due voci, di
sperimentare un nuovo modo di fare poesia che liberi il poeta dallo stereotipo
alquanto diffuso di personaggio inquieto e solitario»; Matteo Chiavarone (critico letterario, poeta) [Per
una strada] «[Si] alternano istantanee immaginifiche di un forte ed intimo
lirismo ed evocazioni di autori del presente e del passato, personaggi storici
e dell’universo mitico - letterario. Ombre o fantasmi che appaiono come
elementi poetici, numi tutelari, universi paralleli e opposti che ora
attraggono, ora ispirano, ora si sovrappongono»; Annalisa Stamegna (critico-recensionista) [Per una
strada] «Emanuele Marcuccio attua, nei suoi versi, un’analisi
tematica innovativa e vasta. È attento alla descrizione delle emozioni, che
affiorano attraverso un’accurata analisi delle parole e delle espressioni, che
risultano ricercate, musicali, a volte classicheggianti. Interpone il suo
punto vista a quello della storia o della cronaca in componimenti che prendono
spunto da personaggi o ragioni storiche di varia natura. [...] Marcuccio ci
appare come un maturo conoscitore dell’animo umano, e - come un pittore ritrae
le sue tele ammirando il paesaggio - egli dipinge i suoi versi ricercando
dentro di sé gli elementi che compongono la natura umana, collocandoli
nell'armonia del mondo con liricità e pathos»; Sabina Mitrano (critico-recensionista) [Per una
strada] «Lirica, questo è il termine forse più appropriato per descrivere
la poesia di Emanuele Marcuccio, lirica nel senso vero e classico del termine:
auliche le forme, profondi i temi e le riflessioni, intima la voce che
pacatamente grida le sue sensazioni. Sullo sfondo si avverte la conoscenza e la
padronanza delle tecniche poetiche, il richiamo alla tradizione, ad esempio al
simbolismo e all'ermetismo italiano, ma la parola resta ferma ed originale a
dipingere con leggere pennellate stati d'animo vasti e complessi, ispirazioni
dolci e commosse, “scrosci di tempesta” dal cielo e dall'anima. Usando tutte le
potenzialità della parola, metafore dal sapore leggero e profondo, arcaismi e
musicalità dai toni più diversi, il poeta comunica la propria visione del mondo
alla ricerca di una risposta esistenziale, forse “ombra di un orizzonte
chimerico”»; Rosalba Di Vona (poetessa) [Per una strada]
«Emanuele Marcuccio è autore che entra nel cuore della poesia con tutta la sua
cocciuta passione, trattandola con delicatezza e con altrettanta fermezza, la
cultura classica fa da corollario alle emozioni che sa trasporre nelle sue
liriche e che ne sono il vero caposaldo. Far parlare l'anima come fa lui, con
entusiasmo spontaneo e sincero e con abilità consumata è per pochi, è per chi
della parola è padrone e delle emozioni il suddito fedele»
Maria Grazia Compagnini (docente di lingua e letteratura
italiana) «Ho sempre definito Emanuele Marcuccio "il poeta
dell'anima". Nelle sue poesie traspare la sua anima e si avverte subito la
sua grande sensibilità. Le sue poesie arrivano direttamente al cuore e noi
lettori percepiamo tutte le sue emozioni e sensazioni. [...] Definirei Emanuele
Marcuccio un poeta di altri tempi e nello stesso momento attuale ai giorni
nostri»; Rosa Cassese (poetessa, scrittrice, docente di
lingua e letteratura italiana) [Per una strada] «[L]o stile, sempre
puntuale, denso di metafore, allusioni, prolusioni, che spingono a raffrontare
e, meditare. Spesso, sembrano schizzi di un pittore ma, sono “pensieri sparsi”,
atti a dare il senso della brevitas e, della concinnitas, con uno stile
asciutto, privo di fronzoli ed orpelli, essenziale ed estremamente
lirico-filosofico. […] Le sue poesie si distinguono per la ricercatezza, pur
nella semplicità e, nell’eleganza dell’esposizione. Il verso non è sottoposto
ad alcuna regola stilistica, è libero ma, nel suo “incidere” (sì, il verso crea
quasi un’incisione) denota complessità, creatività e, movimento; uno scorrere
di parole senza mortificarle in strutture metriche, un libero fluire del suo
pensiero, molto prolifico che, solo una mente artistica può creare, tanto da
poterlo paragonare, con una certa riserva, al grande Leopardi, suo ispiratore»;
[Pensieri minimi e massime] «Sono ottantotto pensieri da leggere,
soffermandosi, anche senza un ordine logico ma, con un ordine preferenziale o,
mentale del lettore per assaporarne le riflessioni di un grande,
poeta-scrittore, per entrare in sintonia col suo animo e, condividerne l’umana
esperienza di vita e, di artista»; Pierangela
Castagnetta (poetessa) [Per
una strada] «La metrica utilizzata dall’autore è varia poiché il suo
“poetare” è libero, non segue regole se non quelle della musicalità dettata
dall’anima e dal pensiero, dalla parola che, unita al pensiero, diventa suono e
che – grazie all’inchiostro – si poggia su bianche pagine dando libero sfogo a
quel filo nero o blu che inizia a scorrere»; Lorenzo Spurio (scrittore, critico letterario) [Per
una strada] «Contrariamente al titolo della raccolta, Per una strada, la poesia di Marcuccio
non sfugge, non si vanifica nel momento in cui terminiamo un componimento e ci
imbattiamo a leggerne un altro, ma è quanto mai concreta e la sua fisicità è
donata per lo più dall'attenzione che il poeta affida nei confronti delle sfere
uditive e visive. Una poetica d’altri tempi, diremmo. In una attualità dove i
poeti e gli pseudo-poeti si riempiono la bocca di paroloni, di termini
stranieri, di nonsense e costruiscono spesso le loro poesie
partendo dal cupo drammatismo o immergendosi a pieno nel mondo dell’erotico,
non mancando a volte di insultare l’arte letteraria. [...] Le numerose poesie
che compongono questa raccolta scorrono via, velocemente, lasciando però una
traccia viva e un senso di freschezza, come pensieri raccolti assieme che vanno
e ritornano inesorabili come l’onda del mare si abbatte sulla battigia per poi
ritirarsi e compiere questo movimento all'infinito [...]»
«In Per una strada, la poetica di
Marcuccio è una summa riuscita e attualizzata ai nostri tempi di motivi
leopardiani, sabismi e montalismi e nei richiami a questi autori è evidente la
trattazione di tematiche spesso difficili e vissute/trasposte in poesia in
maniera ambigua e tormentata: si parla di dolore, di un passato che non
ritorna, di un ricordo fugace, di malinconia e -lo percepiamo dal tono- di un
senso di desolazione mista a tristezza»[2]; [Pensieri minimi e massime] «La
stragrande quantità degli aforismi riflettono [...] sulla scrittura e la
letteratura e -non è difficile intuirlo- in maniera particolare sulla poesia.
Ben quarantotto di ottantotto aforismi parlano di poesia, di come essa nasca,
dell’ispirazione, di come avviene il processo di scrittura, delle influenze,
dell’importanza dei classici, dell’uso della punteggiatura. Sommati assieme, si
configurano come un manifesto della poetica marcucciana con principi, idee,
tecniche e quant'altro»[3]; Nazario Pardini (poeta, scrittore, critico letterario,
ordinario di Letteratura Italiana) [Per una strada] «[I]l Nostro
affronta gli aspetti più disparati della realtà: quelli emotivo-esistenziali,
quelli artistici, quelli civili. E con energia linguistica, con innovazione
verbale, con l’uso anche di un lessico arcaico in particolari nessi letterari,
esonda tutto se stesso. Il verso scorre leggero, fluido, chiaro, come l’acqua
di un torrente alla sorgente, dove lucide traspaiono le pietruzze dal suo
fondale. E così si snoda la poesia di Marcuccio. Varia e articolata, ma sempre
arrivante e suasiva per l’efficacia delle immagini nitide e vissute con grande
intensità emotiva. [...] Ma a dare compattezza e unicità al dipanarsi del
tessuto poetico c’è un senso di malinconia, e una profonda coscienza di essere,
che renderebbero umano, troppo umano il messaggio dell’autore se non
intervenisse quell’aspirazione a un “Eterno” che convalida e rende
prezioso il fatto di esistere pur nello spazio ristretto di un
soggiorno»[4]; [Dipthycha] «Antologia, questa curata da Emanuele
Marcuccio, pensata e rassemblata con intenti estetici e ispirativi ben precisi.
Con una scelta accurata di autori che incidano, con le loro pièces, per novità e pluralismo
propositivo. Stilemi vari e degni d’interesse; molteplicità di architetture, di
modi di essere e di dire. A guidare la compagnia, per numero di poesie e di
partecipazione alla pagina, il curatore della stessa opera che io ho avuto
occasione di conoscere per avere recensito una sua silloge. E già a suo tempo
ebbi a dire della vocazione all’introspezione e al panismo esistenziale della
sua poetica; capace di coinvolgere per emozioni, fattesi, con naturalezza,
impennate creative di effetto immaginifico ed espansivo. E qui ne abbiamo la
conferma»[5]
[Anima di Poesia] «Poesia nitida, chiara,
coinvolgente per il tentativo di scalare la montagna della vita e carpirne da
là gli orizzonti più lontani: [...] l’attenzione per il figurato, per
l’essenzialità della forma, per un crescendo di stilemi che diano corpo ad un
sentire generoso e gorgogliante. [...] Emanuele sa e ne è cosciente che la
parola non arriverà mai a ritrattare a pieno l’immensità dello spirito umano;
per questo le assegna un compito determinante, incisivo, evolutivo, diacronico:
prolungarne il senso oltre la sintassi, oltre il valore canonico e
storico-linguistico, con invenzioni morfologiche e neologiche di grande maturazione
personale. Un climax che denota una volontà di azzardare oltre, con l’uso di
geminatio, enjambements, iterazioni, anastrofi, sinestesie, metonimie,
anacoluti, percorsi anaforici, accentuazioni verbali in contesti di estrema
densità emotivo-paradigmatica; una concretezza lirica e una asciuttezza verbale
di polisemica vis creativa. D’altronde la poesia è un continuo sforzo di
cospirazioni iperboliche per avvicinare il più possibile il linguismo alle
grandi fughe dell’essere, e dell’esistere; per renderlo fedele esecutore degli
intenti emotivi. [...] Sì, il sintagma, la parola, il verbo vòlti a combaciare
gli input esistenziali [i]n questa evoluzione sistematica di intensificazioni
verbali, di assemblaggi lessicali, di accentuazioni sintagmatiche che dànno
forma al logos di una versificazione in cui l’ieri, l’oggi e il domani si
embricano indissolubilmente per ovviare alle ristrettezze del tempo»[6]; [Dipthycha
2] «Opera [...] di una plurivocità accattivante, i cui duetti canori
fanno da controcanto a un tema di urgente resa artistica: quello di saper
tradurre le nostre contaminazioni soggettive in cospirazioni universali; in
slanci verso l’oltre, [c]iò che si percepisce dalle molteplici composizioni di
Marcuccio, il quale, attraverso le sue espressioni si fa chiara
esemplificazione del nerbo di quei dettami. Forza emotiva, ricerca semantica e
sonora, contenuti che non tradiscono lo slancio romantico verso l’oltre,
assenza di contaminazioni epigonistiche o pleonastiche. Un fluire semplice il
suo che trae dalla vita e dai suoi perché i motivi della poesia. Tutte le
questioni che hanno a che vedere col tempo, il luogo, il sogno, l’essere,
l’esistere, e le inquietudini della nostra permanenza terrena. Interrogativi e
insoddisfazioni esistenziali di memoria leopardiana [...] ma io credo abbrivi
e cospirazioni intime che chiedono slanci oltre quegli orizzonti che demarcano
il nostro vivere. E che, al fin fine, tanto sono legati all’amor vitae di cui si nutre la poetica del Nostro»; Patrizia
Poli (scrittrice) [Pensieri
minimi e massime] «L’autore ci appare come un giovane che annota i suoi
pensieri, “semplici ma profondi”, come egli stesso tiene a precisare, un
giovane d’altri tempi, imbevuto di poesia, da Leopardi, a Pascoli, a
Shakespeare, un giovane che si abbevera alla fonte poetica, che ne trae
consolazione. […] Marcuccio conosce la poesia e le sue figure retoriche, il
correlativo oggettivo che passa da Eliot a Montale - nell'appendice compie,
infatti, un notevole e avvincente excursus attraverso i secoli, da Omero a San
Francesco fino a Ungaretti - […]»; Antonio
Colosimo (scrittore,
critico-recensionista) [Pensieri minimi e massime] «Aprendo a caso la
raccolta di aforismi del nostro Autore, ciò che più colpisce è lo svelamento
dell’interiorità di un poeta sensibile proteso a esaminare, con occhio critico
ma benevolo, tutte le sfaccettature dell’animo umano. […] L’autore cerca di
indagare da dove proviene quel lampo della mente e del cuore che poi, espresso
a parole si trasforma in versi e s’indirizza ad altre anime e cuori pronti ad
accoglierli con identica passione, assimilando e facendo proprie immagini e
metafore, con l’unico scopo di godere del prezioso frutto della condivisione
tra anime elette»
Marzia Carocci (scrittrice, poetessa, critico letterario)
[Per una strada] «La poetica di Emanuele Marcuccio riflette lo stato
d’animo di chi attentamente osserva il mondo da un’ottica ad ampio spettro;
egli non si limita all'osservazione ma cerca dentro ogni espressione della
natura, degli eventi, degli elementi stessi, il nucleo dell’essenza ed
avvalorare quelle situazioni, emozioni, stati d’animo che la vita ogni giorno
ci offre con il bene e il male. Poesie ricche di metafore dove la figura e
l’immaginario perdono quella staticità e stasi, trasformandosi in movimento e
in scenari di vita»; [Pensieri minimi e massime] «Gli aforismi di questo
poeta ci portano in un caleidoscopio di riflessi, perlopiù rivolti
all'importanza della poesia, attraverso le considerazioni che questa forma
letteraria impone con musicalità, sentimento e stile. [...] Il protagonista
principale di questo viaggio, resta comunque la poesia, regina indiscussa di
emozione e sentimento e il senso di questa, che Emanuele Marcuccio, esalta
attraverso la parola»; [Dipthycha] «Un’Antologia diversa da quelle che
siamo abituati a sfogliare perché ricca di grande interpretazione letteraria di
ogni autore che ne fa parte. Poesie che hanno l’essenza nella parola,
usata spesso anche attraverso neologismi che danno forza al verso oltre che a
un profondo segno di modernità letteraria e quindi di una costruzione di ricerca
terminologica e di impatto emotivo/visivo ben colto dal lettore. Ogni autore
porta in superficie la propria introspezione attraverso idiomi che hanno già in
sé l’espressione del detto fra quella ricerca interiore e l’evocazione
dell’essere in quanto umano e fragile creatura»; Michele Nigro (scrittore, critico letterario) [Pensieri
minimi e massime] «[I] semplici aforismi di Marcuccio inducono il
lettore, proprio facendo leva sulla loro struttura apparentemente innocua, alla
riflessione, al voler ritornare più volte su frasi brevi, scarne, dirette,
raramente articolate, non bisognose di esegesi acuminate, ma al tempo stesso
“banalmente disarmanti” grazie a un meccanismo assiomatico che diviene catarsi.
[…] Aforismi che sottolineano necessità apparentemente scontate; aforismi da
ripercorrere, per non lasciarsi ingannare dalla loro semplicità e dalla nostra
distrazione di cittadini già saturi di segni sintetici»; Natalia Di Bartolo (scrittrice, critico letterario, critico
d'arte, musicologo) [Pensieri minimi e massime] «Leggere un libro è
sempre opera di scoperta e d’indagine, non solo nei confronti dei contenuti
espressi dall'autore ma anche nei confronti di se stessi. [...] Il Marcuccio
conduce il lettore tra le pagine di questa breve raccolta proprio con i
pensieri che più lo rappresentano, che maggiormente danno l’idea della sua
condizione di poeta che, pur nella sede specifica non poetando, sa trasmettere
anche in tale contesto la profondità del proprio sentire, per se stesso e per
chi legga»; [Dipthycha] «Credo che il lampo dell’intuizione nel creare
un connubio, mai un confronto, tra poeti e modi diversi di poetare su temi
svariati, ma visti ed affrontati in dittico, quasi come “allo specchio”, sia la
base fondante di “Dipthycha”, antologia poetica ideata e realizzata da Emanuele
Marcuccio con l’apporto di altri autori. La silloge, del tutto particolare
nella sua originalità, non solo evoca tramite l’indovinata iconografia
editoriale il fascinoso mondo dell’antica Grecia, madre ancestrale della
Poesia, ma è anche capace di creare un accostamento “pacifico” e produttivo tra
personalissime, eppure in taluni casi combacianti, poetiche di diversi autori
contemporanei»; Sandra Carresi (scrittrice, poetessa) [Pensieri minimi
e massime] «È di grande conforto conoscere l’esistenza di personaggi
facenti parte del genere umano, chiamati – poeti – ancora capaci di possedere
quella scintilla creativa che fa emozionare noi stessi e la Vita»; Anna Maria Folchini Stabile (scrittrice, poetessa) [Per
una strada] «Nel corso di circa quindici anni il Poeta si sofferma sui temi
caldi che percorrono la vita di quegli anni e registra gli avvenimenti
accompagnandoli col grido civile del dolore, del rammarico, dell’afflizione.
Così documenta la Strage di Capaci, la guerra di Bosnia, le vicende d’Albania,
il dramma di chi fugge da terre devastate dall'odio e dalla guerra in cerca di
salvezza, di futuro e di pace. Il nostro Autore registra gli avvenimenti nella
sua coscienza di uomo e si lascia commuovere dalle vicende di cui è testimone:
immerso nella storia, supera il momento della cronaca e diventa presente e
responsabile»; [Pensieri minimi e massime] «La visione che Emanuele
Marcuccio ha della vita, pertanto, non è leggera, facile, semplice. Le sue
aspettative nei confronti di uno Stato fastidioso e tiranno sono deluse (n°
37), ma lo conforta l’idea di potersi perdere nell'arte e nella poesia, “anima
che si fa parola” e “voce nel silenzio e visione nel buio” (n° 63 e 65). È
possibile vivere, quindi, e guardare alla vita e alla realtà con occhio sereno
quando si possiede, come il nostro Autore, la certezza che l’Arte segue i
nostri passi e permette “di cogliere l’attimo tra mille” (n° 88), quello che lascia
capire il senso del tutto e dà la sicurezza che lo sforzo di vivere non è poi
fatica vana»; [Dipthycha] «Dipthycha, raccolta poetica ideata e
curata da Emanuele Marcuccio, trae il suo titolo da una parola antica che ha in
sé l’idea del dono e del doppio, è una raccolta “colta” di liriche del poeta
Marcuccio e di altri Autori che hanno tema ispiratore simile e che i poeti che
si corrispondono attraverso internet, reciprocamente mettono in comune e quasi
si donano e scambiano, in un confronto di sentimenti e di sentire, di parole e
di idee, di anime e di cuori»; Susanna
Polimanti (scrittrice,
critico-recensionista) [Per una strada] «La dolce e malinconica
consapevolezza della capacità distruttiva dell’uomo si alterna e s’intreccia
con voci comuni e tradizionali in versi vivaci e coloriti. La sua lirica è
echeggiante e pregiata, pregnante di significati connotativi in un insieme di
emozioni, immagini ed effetti che la parola è capace di evocare. Imperante il
desiderio di un rifugio interiore che sfocia nella dolce catarsi della poesia»;
[Pensieri minimi e massime] «Considerando l’etimologia della parola
greca aphorismós: definizione,
è riduttivo chiamare aforismi i pensieri contenuti in questa raccolta, in
realtà essi nascono dalla meditazione e dalla spontaneità del poeta e si
traducono in saggezza e lungimiranza, ricchi d’intensità concettuale, di natura
etica e sociale»; [Dipthycha] «I temi delle liriche contenute in questa
silloge evocano tradizione e modernità, contemporaneità. I versi di ogni
poeta, seppur scritti separatamente, mostrano tutti un collegamento, diventano
arte poetica che, in una serie infinita di occasioni ne rappresentano il senso,
il sentimento, le percezioni, la propria unica visione della realtà soggettiva
e oggettiva, in perfetta tessitura di una tela in cui si annidano eventi che
segnano le tappe della nostra storia attuale. Chi indugia sull’amaro destino
umano con parole appuntite; chi si rivolge all’amore quale immagine di sogno;
chi richiama il tempo e le sue stagioni preferite, cercando rifugio in una
dimensione intatta della natura; chi, infine, esprime la sua delusione,
abbandonando ogni speranza. Ogni poesia ospitata in Dipthycha contiene un messaggio riflessivo di forte
intensità; ogni autore, in reciproca corrispondenza, comunica con l’oggetto
poetico e si predispone ai lettori stabilendo contatti che traducono intesa,
affinità, interessi comuni e tanta cordiale disponibilità»; [Anima di Poesia]
«Anima di Poesia è una silloge che ricorda la lirica ermetica per brevità e
ridotto utilizzo di punteggiatura ma allo stesso tempo si differenzia dal
classico ermetismo, con versi che non rimangono chiusi, oscuri e misteriosi
bensì si affacciano alla libera espressione dell’anima che si fonde con l’altra
parte di sé»; Ilaria Celestini (scrittrice,
poetessa) [Anima di Poesia] «Anima di poesia, ovvero la poesia che si fa
cuore pulsante della nostra anima di creature assetate d’infinito: [...] la
dignità delle parole, sempre composte, curate, limate finemente e cesellate, a
rispecchiare una dignità dell’animo che riesce a contenersi, mentre il cuore
vorrebbe urlare; l’eleganza dei giochi verbali; il gusto per la composizione
acrostica; le similitudini piane e limpide, eppure sapienti: questi sono solo
alcuni tra i più marcati tratti dell’usus scribendi di questo poeta. [...] Una raccolta
preziosa, nella sua semplicità solo apparente, che da ogni piccolo frammento di
realtà, tende a dilatarsi verso infiniti orizzonti, in modo lieve e discreto, e
al tempo stesso potente, tratteggiando scenari tra passato e presente, con la
grazia elegante di una voluta di Bach»; Giorgia Catalano (poetessa) [Per una strada]
«È proprio “Per una strada”, per una strada senza fronde -come recita il
nostro autore- (e quindi, senza la possibilità di ripararsi, almeno in parte,
dalle intemperie) che noi siamo tenuti a camminare per affrontare la vita. Questo,
soltanto uno dei temi trattati da Marcuccio in questa sua prima silloge poetica
che ritrae molto bene, attraverso metafore ed immagini nitide rese forti, molto
spesso, dall'uso di un linguaggio prevalentemente “classico”, la fragilità
umana e quelle paure che accompagnano, seppure in modo diverso, ogni età. [...]
È ottimo osservatore della realtà che lo circonda e, come è proprio di un vero
poeta dall'acuta sensibilità, respira ogni sfumatura, ogni attimo, ogni piccolo
dettaglio di ciò che vive, di ciò che vede»; [Pensieri minimi e massime]
«Come le onde di un mare vivace, i pensieri di Marcuccio approdano sulle
spiagge delle nostre menti, inducendoci con dolcezza a meravigliarci delle sue
riflessioni.
La Poesia, intima amica e
compagna di avventure, ha, in questa opera, un ruolo rilevante.
L’Autore cerca di spiegare
al lettore, attraverso le sensazioni di un poeta di razza quale lui è, che cosa
succede nel cuore e nella mente di chi coglie a piene mani l’essenza della vita
in ogni sua sfumatura, diventando ispirazione profonda e, quindi, Poesia. [...]
Meticoloso ed appassionato, Emanuele Marcuccio, in chiusura del suo testo,
narra l’origine della Poesia, fornendoci elementi che fanno anche storia, oltre
che cultura»; [Dipthycha] «Emanuele Marcuccio, [...] ideatore di questa
non solita antologia -come egli stesso ama definirla- ha raccolto in questo
volume [...] ventuno dittici poetici, per un totale di quarantadue diverse
ispirazioni. Accomunate tra loro da uno stesso tema, abbracciano la Poesia
nella sua accezione più estesa e più nobile. Si parla di sentimenti, di
stagioni, di sguardi introspettivi rivolti verso la società, la guerra, di
eventi a volte anche non piacevoli, [...] per mezzo di linguaggi diversi e
diverse espressioni, attraverso il vissuto interiore -e non soltanto- dei
singoli autori. Riuniti in un’unica stretta di mano, i poeti, tutti, hanno
elevato una voce corale, collettiva, rivolgendola a coloro che si nutrono di
emozioni e che non potranno non ritrovarsi tra i versi indelebili racchiusi in
questo scrigno prezioso»; Valentina Meloni (poetessa, scrittrice, critico letterario)
[Anima di Poesia] «La poesia, e lo scambio che da essa consegue, si
fanno preziosa crescita e rinnovamento, per questo il poetare di Marcuccio è
certamente esercizio di vita, non solo di stile, [s]'inizia a sentire l’estrema
contaminazione del verso, una virata di forma e d’uso di parola. Dalla
costruzione classica, aperta, ricca di figure retoriche, si passa a una forma
ermetica, asciutta, diminuita in costruzione ma elevata in intensità;
incalzante, quasi affamata, mossa da una vivace e irrompente intuizione di
ispirazione [...] in un’essenzialità che si fa monoverso, sfrondato
dell’inutile eccesso; tagliando le cesure della punteggiatura, tralasciando
l’enfasi dello incipit e del maiuscolo, aprendosi a nuovi spazi e al solo
significato evocativo del segno»; Antonio Spagnuolo (poeta, scrittore, critico letterario) «[C]apacità
immaginativa del palermitano, poeta dal multiforme profilo e dalla instancabile
volontà di sperimentazione»; Francesca Luzzio (poetessa, scrittrice, critico letterario) [Anima di Poesia] «L’analisi di un solo testo basta a rilevare la
profondità sentimentale, meditativa e culturale da cui nasce l’ispirazione di
E. Marcuccio che considera la poesia il suo sole, “un sole diverso/ un sole che
ci illumina/ anche di notte”; egli di conseguenza in qualità di poeta è un
girasole che si volge come il fiore, verso la sua fonte d’ispirazione e di
vitalità. Le metafore del sole e del girasole per indicare la poesia e il poeta
sono di lontana ascendenza mitica (Ovidio, Le
Metamorfosi) e le ritroviamo nel commento di Contini alle Rime di Dante (sonetto a G. Quirini) e
anche in Montale. [...] Considerata l’alta considerazione che Marcuccio ha
della poesia è naturale che egli si ricolleghi a così rinomati ascendenti e che
per esprimere tutto il suo amore per la poesia, cerchi nello stesso tempo
moduli espressivi nuovi che maggiormente si confanno al suo sentire e gli
consentano contemporaneamente di entrare meglio in comunicazione empatica con
il lettore. La sua capacità di fare intuire più che descrivere e dire, gli
permette di lasciare a chi legge ampia libertà immaginifica e di tendere, molto
più che il suo amato Pascoli, all’essenzialità espressiva, tipica
dell’Ermetismo. Tuttavia l’essenzialità espressiva del nostro poeta non elimina
mai la comprensione semantica»; «DIPTHYCHA 2 è un’antologia che s’inserisce in un progetto originale che trova la sua matrice nella volontà di dare concretezza espressiva ad una poetica chiaramente enunciata nel “Manifesto dell’Empatismo”. [...] Sebbene novecentesca, tipica delle avanguardie, l’idea del manifesto, quale strumento di aggregazione ideologico-estetica, è molto apprezzata perché, di fronte all’individualismo e alla solitudine, esorbitanti anche in ambito letterario, risponde al bisogno di condivisione e di aggregazione, a prescindere dal fatto che essa sia telematica o reale e il sottotitolo dell’antologia, Dipthycha 2, “Questo foglio di vetro impazzito, sempre, c’ispira...” evidenzia l’importanza del comunicare a prescindere dallo strumento che ce ne consente la realizzazione. [Q]uesta seconda antologia conferma il successo del progetto e rappresenta la concretizzazione cartacea della possibilità comunicativa che il virtuale ha concesso. [...] Ovviamente Marcuccio e gli autori con cui si corrisponde, pur trattando lo stesso tema, lo propongono assecondando il proprio stile e il proprio nucleo ispirativo, così siamo di fronte ad un poliedrico dipanarsi di emozioni e di modalità espressive. In tale “corrispondenza d’amorosi sensi” per ripetere lo stesso sintagma foscoliano, adoperato da E. Marcuccio, è chiaro che questi da interlocutore protagonista che si confronta e comunica con altri poeti comprimari, fa sì che l’antologia acquisti quell’originalità strutturale che la rende gradita a qualsiasi lettore che non può non sentire sollecitate la sua curiositas e la sua emotività di fronte alla “dittica” proposizione tematica»; Francesco Martillotto (critico letterario) [Dipthycha 2] «In quest’antologia critica i temi che accomunano i dittici sono svariati: da quelli sociali e civili ai sentimenti, da quelli in cui si contemplano natura e creato a quelli pertinenti la sfera intimistico-riflessivo-filosofica. Viene indagata in queste corrispondenze, con moduli espressivo-linguistici eterogenei e personali, la memoria culturale e collettiva nel suo complesso, partendo da topoi comuni (intesi con Curtius come “unità tematiche” che hanno attraversato e unificato la letteratura occidentale), andando al di là di “distanze” e “tempo” e creando, come scrive Emanuele Marcuccio, “stupore e meraviglia”»[7]; Lucia Bonanni (poetessa, critico letterario) [Dipthycha 2] «[I]l progetto di “Dipthycha”, ideato e curato da Emanuele Marcuccio, poeta e aforista, [...] dà vita a dittici a due voci, grazie anche alla poetessa Silvia Calzolari, musa ispiratrice del componimento “Telepresenza” e successivamente del primo dittico a due voci realizzato nel maggio 2010. [...] I nuclei tematici, formanti ciascuno dei dittici, oltre alla vasta gamma di sentimenti, sono rintracciabili nelle corrispondenze empatiche, le dediche ai poeti, la passione intellettuale e in quella amorosa, la violenza di genere sulla donna, la Natura nelle sue molteplici accezioni, le valenze simboliche dello specchio, del filo, del mare, della luna, per non dimenticare i genocidi e le guerre, nonché il richiamo ai classici. [...] Così il mare, il sole, la luna e non ultimo lo specchio, sono esplorazione simbolica del mondo primitivo in cui il μύθος (mythos) apre l’orizzonte dove qualcosa è. “Senza mito non c’è poesia e senza poesia non c’è chiarificazione del fondo oscuro della psiche” (C. Pavese, Dialoghi con Leucò, prefazione) [...] Il ricordo, la malinconia, la calura estiva quale trasposizione dell’ansia di vivere, i pensieri vaganti nella mente, l’origine del mondo nel momento del Big Bang ed anche l’origine della vita nel momento della fusione dei gameti, ma anche il dolore, descritto in toni velati».
[1] Domenighini. Luciano, Emanuele Marcuccio, Per una strada in L’arrivista.
Quaderni democratici (anno I, Nr.
3), Villasanta (MB), Limina Mentis Editore, 2011.
[2] Spurio, Lorenzo, Un infaticabile poeta palermitanod’oggi: Emanuele Marcuccio,
Photocity Edizioni, 2013, p. 8.
[3] Ivi, p. 35.
[4] Pardini, Nazario, Recensione a Emanuele Marcuccio: Per una
strada in Lettura di testi di autori contemporanei 1990-2013,
The Writer, 2014, pp. 458-459.
[5] Pardini, Nazario, Recensione a Emanuele Marcuccio:
Dipthycha. Antologia poetica in opera citata, p. 459-460.
[6] Pardini, Nazario, Emanuele Marcuccio, Anima di Poesia in L'arrivista. Quaderni democratici, (Anno V, Nr. 1), Villasanta (MB), Limina Mentis Editore, 2015, pp. 90-94.
[7] Martillotto, Francesco (a cura di), Quarta di copertina in Emanuele Marcuccio; AA.VV., Dipthycha 2, TraccePerLaMeta Edizioni, 2015.
[6] Pardini, Nazario, Emanuele Marcuccio, Anima di Poesia in L'arrivista. Quaderni democratici, (Anno V, Nr. 1), Villasanta (MB), Limina Mentis Editore, 2015, pp. 90-94.
[7] Martillotto, Francesco (a cura di), Quarta di copertina in Emanuele Marcuccio; AA.VV., Dipthycha 2, TraccePerLaMeta Edizioni, 2015.
(Ultimo aggiornamento, 20/11/2015)
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