sabato 25 giugno 2016

La voce di ventidue poeti in «Dipthycha 3», nuova opera antologica ideata e curata dal poeta Emanuele Marcuccio

Comunicato Stampa






In un dittico a due voci il poeta si apre al prossimo, anch'egli poeta, scegliendo che ai suoi versi facciano eco quelli di un altro poeta che trova in qualche modo affine, in cui individua corrispondenze sonore o emozionali, affinità elettive, corrispondenze di significanti.


Emanuele Marcuccio


Uscito per i tipi di PoetiKanten Edizioni, Dipthycha 3. Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro impazzito...[1], opera antologica su progetto e cura editoriale del poeta palermitano Emanuele Marcuccio, ivi presente con venti liriche. Terzo Volume del progetto poetico "Dipthycha" in dittici a due voci. L'opera riporta una prefazione a cura del poeta e critico letterario Michele Miano e un saggio di postfazione a cura del poeta, scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio.

Scrive Marcuccio nella nota di introduzione: «Dopo poco più di un anno dalla pubblicazione di Dipthycha 2, il fortunato progetto poetico, “Dipthycha”, ideato e avviato nel 2013, giunge al suo terzo volume: Dipthycha 3. Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro impazzito...
Sì, è l’affinità elettiva poetica, la telepresenza attraverso un PC, la “corrispondenza d’amorosi sensi”, riprendendo la celebre espressione foscoliana, che poi cito in “Telepresenza”, in dittico a due voci con “Vita parallela” di Silvia Calzolari e che costituisce il manifesto poetico di tutto il progetto; non a caso ogni volume è aperto da questo dittico, “corrispondenza d’umano sentire” per il tramite di un computer, “quel foglio di vetro impazzito”, che sempre e comunque “c’ispira”. È questa corrispondenza il motore, il fulcro di questi particolari dittici, tra le diverse voci di due poeti, i quali non cercano di imitarsi a vicenda, ma rimangono fedeli, ognuno al proprio modo di poetare. Ciononostante, il tema comune alle due poesie (punto di partenza per l’individuazione di un possibile dittico), unito alla corrispondenza sonora o emozionale, di significanza, come se le due liriche volessero instaurare una sorta di dialogo o, empaticamente, continuare in qualche modo il poetare della poesia divenuta “compagna”, fanno sì che si instauri una “dittica” corrispondenza/comunicazione, anche se in toni diversi, anche se in tempi diversi, dando così vita a un dittico a due voci.
[...] E lasciatemi spendere una parola sullʼimmagine che ho scelto per la copertina. Essa riproduce unʼopera di Vincenzo Foppa (1427 circa – 1515): Il Fanciullo che legge Cicerone o Cicerone, fanciullo, che legge, affresco staccato dal Banco Mediceo a Milano e custodito alla Wallace Collection di Londra. Lʼimmagine, davvero suggestiva, mi piace immaginarla con la seconda versione del titolo: Cicerone, fanciullo, che legge. Il pensiero corre subito alla meraviglia fanciulla che ci porta alla poesia, con il richiamo imprescindibile ai classici.»

Michele Miano nella prefazione scrive: «I vari autori antologizzati, ognuno con il proprio linguaggio, ognuno con le proprie tematiche sono accomunati da un’unica tensione, quell’affinità elettiva poetica già delineata nella lirica “Telepresenza” di Emanuele Marcuccio in dittico a due voci con “Vita parallela” di Silvia Calzolari e che costituisce il manifesto poetico di tutto il progetto. Un progetto innovativo e che coinvolge i vari autori selezionati e antologizzati nei tre volumi curati da Emanuele Marcuccio, poeta e aforista di grande sensibilità. Marcuccio [...] sa bene che la poesia è un valore imperituro e della poesia ne ha fatto la sua missione nella vita. In un panorama odierno, popolato da falsi miti e finti profeti, il [suo] progetto editoriale assume una connotazione di autentica e genuina “sfida” letteraria in mezzo a una realtà editoriale, mercificata, desolata e frammentaria. [...] I singoli poeti di questo terzo volume dialogano tra di loro e i temi trattati sono molteplici: dall’amore per la natura che sembra essere uno dei temi predominanti alle riflessioni esistenziali, al “sentimento del tempo” di ungarettiana memoria ad atteggiamenti più lirici e meditativi sul senso della vita. E non mancano liriche ispirate alle opere di d’Annunzio, Montale e Palazzeschi. [...] Il tutto amalgamato sapientemente da Marcuccio in un grande e ideale abbraccio fraterno nei confronti dell’umanità intera.»

Scrive infine Lorenzo Spurio nel saggio di postfazione: «Nessun dittico contenuto nei tre volumi è il frutto di una decisione preventiva, vale a dire nessun dittico è nato in maniera forzosa e richiesta, per i poeti, di elaborare una poesia che presentasse un determinato tema. È stato Marcuccio, ed è questo uno dei punti di forza del lavoro, leggendo poesie degli autori in rete, in sillogi personali, in antologie, a scovare di volta in volta possibili analogie, comunanze, parallelismi, elementi di rimando, concetti affini, punti rimarchevoli di contatto da permettere un accostamento di liriche di autori diversi.
Nessun poeta in dittico, infatti, ha mai scelto l’autore con il quale avrebbe costruito il dittico poetico né a partire da una sua poesia alla quale, magari, era molto legato, ha intimato un altro poeta a scrivere qualcosa di simile. Il tutto, infatti, la scelta sapientissima ed oculata, la costruzione del dittico dopo un’analisi attenta delle componenti delle liriche e il loro potere evocativo, è stato compito di Marcuccio. Curatore che, proprio come un incantato pigmalione, è andato a scavare le trame più dense dei vari componimenti lirici, sezionandoli, assaporandoli, vivificandoli con l’ampiezza della sua capacità, completamente originale ed invidiabile, di saperli rapportare ad un altro.
L’operazione svolta da Marcuccio, democratica e ampia, si inserisce in un procedimento letterario assai onesto e del quale è doveroso parlare dove la poesia cessa di essere manifestazione dell’animo del singolo, rappresentazione -sdolcinata o meno- di un vissuto personale, per interagire in maniera vibrante con altre poesie, costituendo un dialogico ricco e foriero di nuove essenze. La poesia da personale diventa fatto collettivo: gli autori in dittico sembrano quasi tenersi leggiadramente per mano, scanzonati, ed avanzare su un prato in maniera spensierata per poi unirsi agli altri in un girotondo, che poi è il girotondo dellʼAnima.»


In questa non solita opera antologica sono presenti poesie di Emanuele Marcuccio, Silvia Calzolari, Giovanna Nives Sinigaglia, Grazia Finocchiaro, Daniela Ferraro, Rosalba Di Vona, Giusy Tolomeo, Maria Rita Massetti, Antonella Monti, Luigi Pio Carmina, Lucia Bonanni, Maria Chiarello, Francesco Paolo Catanzaro, Ciro Imperato, Teocleziano Degli Ugonotti, Grazia Tagliente, Giorgia Catalano, Lorenzo Spurio, Maria Palumbo, Francesca Luzzio, Giorgio Milanese, Aldo Occhipinti.





SCHEDA DEL LIBRO



TITOLO: Dipthycha 3
SOTTOTITOLO: Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro impazzito...
Di e a cura di: Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Michele Miano
POSTFAZIONE: Lorenzo Spurio
Editing Cover Images: Patrizio Federico
EDITORE: PoetiKanten Edizioni
GENERE: Poesia/Antologie
PAGINE: 180
ISBN: 978-88-99325-37-4
COSTO: 15 €

Info:








[1] D'accordo con tutti gli autori presenti in antologia, si procederà alla devoluzione dell'intero ricavato vendite ad AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), così come si è già fatto con i precedenti due volumi: Dipthycha (Photocity Edizioni, 2013); Dipthycha 2 (TraccePerLaMeta Edizioni, 2015). 

«I grilli del Parnaso», opera collettanea di poesia, di Lombardi, Marcuccio, Spurio e Carmina per 4 sillogi poetiche

COMUNICATO STAMPA







SCHEDA DEL LIBRO


AUTORI: Iuri Lombardi; Emanuele Marcuccio; Lorenzo Spurio; Luigi Pio Carmina
PREFAZIONI: Paolo Ragni; Susanna Polimanti; Pina Piccolo; Camillo Palmeri
EDITORE: PoetiKanten Edizioni
GENERE: Poesia 
ANNO: 2016
PAGINE: 192
ISBN: 978-88-99325-31-2
COSTO: 15,00 €

I grilli del Parnaso è un’ampia opera poetica che contiene quattro sillogi personali di quattro autori contemporanei che collaborano tra loro a livello nazionale in attività di promozione e diffusione della cultura. Con un ritmo cavalcante e un lessico particolareggiato tra classico e moderno, scoprirete l’arte di Iuri Lombardi. Ricordando l’Italia di oggi e di ieri, l’artista mette a nudo i suoi pensieri più profondi e anche quelli fugaci mostrando al lettore miriadi di paesaggi nascosti, di vita propria e altrui, quasi proprio come uno Zoo di Gioele dove la natura umana viene rappresentata.
La dimostrazione che con pochi versi si può creare arte pura si ha con Emanuele Marcuccio, il quale ci offre una Visione, quasi a tratti leopardiana e quasi a tratti di un personale classicismo, di ciò che comunemente sottovalutiamo, ma che in realtà appartiene alla vita di ogni essere umano.
Tematiche alquanto profonde, toccanti e attuali sono presenti nei componimenti de Le acque depresse di Lorenzo Spurio. I [suoi] versi rincalcano la sofferenza di un uomo cosciente di quanto sia crudele e priva di valori la realtà odierna, quasi come “un grido che urla in silenzio” di fermarsi.
Un velo di umorismo e di senso di lotta [...] sono presenti nelle liriche di Luigi Pio Carmina.
Ne L’iperbole della vita smaschera i mali del mondo recitando versi che catturano l’attenzione e aprono la mente. Verrete accompagnati da soffici parole, che diventano poesia, nei componimenti di un ragazzo che mostra il suo animo dolce e […] turbolento, rasserenato dal potere dell’arte. (Dalla Prefazione di Miriana Di Paola)

Con Visione ho voluto […] operare una sintesi della mia poesia, attraverso il leitmotiv di una visione, anche interiore, dagli esordi al 2014 e rintracciando via via i rari prodromi del mio attuale modus poetandi, che non considero rivoluzionario rispetto alla mia poesia bensì evolutivo, trascegliendo alcuni rari aspetti precedenti di essa, portandoli alle estreme conseguenze e così a modus poetandi. In fondo, non ho fatto altro che un’opera di “cesello” del linguaggio un po’ ampolloso, pleonastico e circonvoluto degli esordi, quasi come uno scultore per vedere finalmente la sua opera. (Dall'Introduzione a Visione, di Emanuele Marcuccio)
Live Support