di Emanuele Marcuccio
Pozzuoli (NA), Photocity Edizioni, 2012, pp. 47
ISBN: 978-88-6682-240-0
Genere: Saggistica/Aforismi
Prefazione, a cura di Luciano Domenighini
Postfazione, a cura di Lorenzo Spurio
Curatrice d’opera: Gioia Lomasti
Cover Designer: Francesco Arena
Prezzo: 7,60 €
Recensione a cura di Susanna Polimanti
Nella
sua silloge poetica “Per una strada”, pubblicata nel 2009, Emanuele Marcuccio
descrive con “Il vascello nel mare in tempesta” (Pag 25) la nostra realtà
condivisa dove “la nostra vita s’inabissa” vana, senza la
guida della fede; un passaggio terreno che scorre esattamente come un “orologio
che ha lancette sconnesse, ritorte” (Pag.70). In ogni sua opera, il poeta evoca
la figura divina che è in ogni memoria ed anima. Sono certa che dalla stessa
scintilla divina abbiano origine i suoi Pensieri Minimi e Massime,
Edizioni PhotoCity del 2012, una raccolta di 88 pensieri che vanno ben oltre il
cosiddetto aforisma, in cui con stile sobrio e conciso Emanuele Marcuccio
indica l’importanza non del traguardo finale bensì della preziosità di ogni
nostro percorso. Considerando l’etimologia della parola greca aphorismós:
definizione, è riduttivo chiamare aforismi i pensieri contenuti in questa
raccolta, in realtà essi nascono dalla meditazione e dalla spontaneità del
poeta e si traducono in saggezza e lungimiranza, ricchi d’intensità
concettuale, di natura etica e sociale. Marcuccio si affida alla sua personale
sensibilità ed esperienza di vissuto per suggerire al lettore una profonda
riflessione su sentimenti e quella particolare realtà che è oltre il visibile: “Chi
si ferma alle apparenze, ha gli occhi foderati dalle nebbie del pregiudizio”
(N.87). Intensa e precisa l’interpretazione del dolore e del silenzio che
s’identifica nell’arte stessa della poesia. Ancora una volta ritroviamo lo
scorrere del tempo, che è istante e il valore fugace degli attimi di felicità
che “si perdono nella nebbia dei giorni, si perdono nel vento degli
anni” (N. 77).
Un’emozione,
un ricordo, un semplice particolare osservato con lo sguardo del cuore, fanno
scattare nel poeta la molla dell’ispirazione che si concretizza nel desiderio
di creare, comunicare le proprie idee ma soprattutto esprimono il suo grande
amore per la poesia; un’arte che diviene forza liberatrice di emozioni che
altrimenti rimarrebbero intrappolate nella nostra anima. Con delicato e velato
vigore la poesia rischiara l’oscurità degli animi, dà voce ai silenzi
interiori, si trasforma in sondaggio all’interno della propria esperienza di
vita, ogni intensa emozione trasfigura, si connette con la matrice profonda di
ogni verso del poeta. Emanuele Marcuccio nei suoi Pensieri Minimi e
Massime non sermoneggia semmai permette al suo cuore di esprimersi in
assoluta libertà, con un distillato del meglio di sé, con garbo e rispetto ci
sprona a godere delle bellezze nascoste della vita, richiamando la nostra
attenzione a non perdere nulla di ogni nostra esperienza. I suoi pensieri
s’imprimono nella nostra anima e suscitano emozioni e riflessioni profonde
sull’autentica accezione del nostro essere e la rilevante efficacia dell’amore
che rimane sempre “l’unica arma contro il dolore” (N. 8). La
breve ed illuminata opera di Marcuccio si mostra incisiva ed efficace, evidente
ricerca di evasione da una realtà insoddisfacente verso il sogno, quale
superamento figurativo dei limiti della realtà e delle sue contraddizioni.
L’ascolto interiore con la complicità della fantasia esorta ad elevarsi.
(Scrittrice, critico-recensionista)
Cupra
Marittima (AP), 1 settembre 2013
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